TANTI AUGURI

MAGGIORI INFORMAZIONI

  • Titolo: TANTI AUGURI
  • Quando: dal 30/03/2015 al 30/03/2015
  • Dove: Teatro le Salette

Description

di FRANCESCA MUOIO regia di FRANCESCA MUOIO compagnia PRIME LUNE Una ballata di voci e di corpi che sa di memoria, un compleanno al cimitero e un “Tanti auguri” lungo tutta la non vita. Un “Tanti auguri” da cantare insieme alle risate e alle lacrime di chi se ne va,di chi è rimasto e di chi,nonostante tutto, non ci lascerà mai. Perché ci sarà sempre una pioggia da qualcuno del cielo a bagnarci di carezze e sempre un pensiero di qualcuno della Terra a diventar cartolina per qualcuno che non c’è più. Infondo, chi ci dice che la Terra e l’ Al di là siano così diversi? “Pane e cioccolat a vivi e muort lev’ ‘o ciat” ed è allora che, forse, siamo tutti uguali. Davanti ad una torta di cui sono ghiotti sia i morti che i vivi e per la quale,in egual modo, gli uni e gli altri sono pronti a festeggiare. Ma festeggiare cosa e, soprattutto, perché? Forse è lì che sta l’unica differenza,la sottile linea che ci divide da coloro che ci hanno lasciato. Ed allora, quello che per noi equivale ad un funerale, nell’al di là potrebbe essere semplicemente un compleanno e i personaggi che hanno affollato i giorni dell’intera vita di un uomo diverrebbero invitati felici di festeggiare anche il primo dei suoi giorni di morte. Due mondi. L’uno l’esatto specchio dell’altro, ma provenienti da un’unica matrice e regolati da identici principi. Ed ecco che, in questo testo, i meccanismi della nostra società con la sua politica, i suoi Santi da pregare e le sue verità da celare si diramano e delineano un Al di là che, quindi, risulta avere lo stesso sapore della nostra realtà. Una realtà purtroppo fatta anche da terremoti che, come allarmano la Terra,allarmano anche il cielo. Ad essi, almeno lì, vi sarà una spiegazione? L’unica certezza per entrambi i mondi di certo è il passare del tempo ed è la Luna, in quell’Al di là che, al posto del Sole, ne detta le ore. In questo spettacolo di delirio,in questo marasma di urla festanti e ricordi sussurrati, di preghiere ed imprecazioni, in questa lingua che si alterna continuamente tra l’italiano ed il napoletano, forse, soltanto una pazza, un poeta, un bambino o delle gatte possono trarne un filo. Un filo che, seppure illogico, riesca a legare insieme i pezzi dell’ onirica danza tra prosa e poesia di cui,probabilmente,oltre alla vita, anche la morte è nodo.